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Ci sono tanti libri, tante storie sul Cosenza e mi chiedo, com’è possibile che a nessun regista gli sia mai venuto in mente di fare un “Febbre a 90” sul Cosenza Calcio, sui suoi tifosi, sulle stagioni tribolate, approssimate, nate male e finite peggio ma risorte per singolari coincidenze. I tifosi rossoblu e la loro passione meritano una pellicola, una santificazione, una memorabile riconoscenza, per tutto quello che gli passa davanti, giorno dopo giorno, conferenza dopo conferenza, partite dopo partite, stagioni dopo stagioni.

E siamo giunti, anche a questo giro, ai 90 minuti che valgono una stagione, maledettamente sempre gli ultimi 90 minuti disponibili. Dentro o fuori. Playout o serie C, proprio quella, che ci chiamò 12 mesi fa, ma che abbiamo fatto finta di non sentire.

90 minuti per vincere una prima battaglia, anzi l’ennesima, con armi un pò usurate, ma con la grinta e la voglia di conservare il tesoro cadetto, con a capo il tenace Bisoli.

D’estate, oltre a vedere il termometro, i tifosi sbirciano sempre in calendario l’ultima avversaria della stagione, come se contasse solo quella partita, una visione che sta in mezzo ad un sesto senso e una certezza, certezza di un’altra stagione di passione in tutti i sensi. Gli ultimi 90 minuti saranno proprio contro il Cittadella, quella società che tutti vorrebbero prendere come modello, vicina di classifica del Cosenza per tetto ingaggi, ma che riesce a fare campionati incredibili, mantenendo la B senza alcun patema e addirittura sfiorando la massima serie, con minimi investimenti e un’organizzazione puntigliosa.

Servirà l’alleata migliore, che alla fine ritorna, per spingere all’impresa, ad una nuova, per portare il Cosenza al traguardo che vorremmo non più solo sperare, ma pianificare e programmare: la tifoseria è pronta, come sempre a marciare su via degli stadi in un tiepido e insolito serale venerdi di maggio.

di Antonello Aprile