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Era già tutto previsto e facilmente prevedibile? Sembra proprio di si, se si pensa ad un allenatore per un calcio propositivo, ma invece ti trovi seduto in panca Davide Dionigi, con uno score non invidiabile: in 11 anni, 8 squadre allenate, 5 esoneri, 1 risoluzione e 1 dimissione.

Incomprensibile la scelta. Eppure la tifoseria, tra i forti mugugni iniziali, lo ha lasciato abbastanza tranquillo, facendo prevalere, malgrado tutto, il buon senso, che legittimamente, però, è durato pochissimo.
11 punti in 10 partite non è una media fallimentare, detta cosi per un club che deve salvarsi, ma quello che preoccupava e preoccupa, dopo i tonfi pesanti delle ultime tre gare, è che il Cosenza non ha mai dato espressioni positive di gioco, ma solo timide e saltuarie azioni offensive, con occupazione degli spazi un pò strambi, che hanno finito per produrre un numero risibile di tiri in porta e uno spogliatoio non proprio motivato.
Di propositivo c’è rimasto solo il voler cambiare allenatore, già alla decima giornata!

Il presidente? Il direttore sportivo? Il primo era propenso per confermare Bisoli ad inizio stagione, ma il Ds Gemmi lo convinse a cercare altro. Scelta coraggiosa ma scellerata (per non dire altro), visto che il Cosenza si è trovato in 5 mesi ha dover tentare la carta Dionigi, prima a gennaio con Goretti, dopo 5 mesi con lo stesso Gemmi, riuscendo nell’ “impresa”. Incredibile ma vero! È ora? Niente.

Il cul de sac è servito, grazie alle operazioni non proprio chiare e molto stupefacenti di un Ds che pensa più a specchiarsi. Spiegazioni non ne vogliamo, si capisce fin troppo bene.
Come se ne esce? NON PERDERE ULTERIORE TEMPO

Antonello Aprile