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Ci sono da sempre analogie tra calcio e religione. Dentro ogni vero tifoso è presente un turbinio di sentimenti che si mischiano, toccando scaramanzia e religione, devozione per ogni partita, per ogni campionato. A chi ignora la palla di cuoio, può essere blasfemia, protagonismo, ma il tifoso vive in modo intenso la propria fede calcistica e tutto la rapporta a essa e l’originalità di rivolgersi al nostro San Francesco, rappresenta uno dei momenti di massima concentrazione, elementi estranei, apparentemente, che si aggregano tra fede e pallone.

L’ associazione Cosenza Nel Cuore, anche quest’ anno, è presente ad onorare il Santo. Marco, Alessandro, Roberto, in un composto di ingredienti essenziali, di simboli sacri e rituali che creano senso d’identità  e appartenenza per due soli colori, camminando a piedi dal capoluogo bruzio al luogo sacro.

Antonello Aprile