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Dopo la retrocessione dalla serie C, erano prontissime per ridare la giusta categoria alla città di Cosenza e portare avanti il calcio femminile. Così è stato, grande campionato e promozione con largo anticipo. L’interesse sul Cosenza femminile stava crescendo e in quest’ultimo anno, abbiamo contribuito a tenere accesi i riflettori, con approfondimenti settimanali, dando spazio e voce alle protagoniste. Abbiamo conosciuto persone straordinarie. Luisa, Lucia, lo staff e tutte le ragazze, hanno dimostrato grande professionalità e passione. La mancata iscrizione in serie C è stata un vero peccato, cancella tutto quello che di buono si era costruito.
Adesso c’è da chiedersi il perché. Partiamo dal presupposto che c’è da mandare avanti il settore giovanile femminile, con oltre 200 bambine e ragazze patrimonio del Cosenza Calcio.
Perché si è portato avanti il progetto della prima squadra, interrotto bruscamente, proprio nel momento più importante? Il calcio femminile è una grande opportunità sociale e anche economica, può diventare una leva per allargare la base di una società di calcio, con tifosi e indotto, ma richiede una puntuale organizzazione, comunicazione e soprattutto programmazione che evidentemente è stata trascurata.
Una svolta fondamentale riteniamo possa essere un asset societario a capitale diffuso, che potrebbe garantire maggiore solidità e consentire una programmazione tale, da poter far crescere la sezione femminile, ma anche il settore giovanile maschile, per non essere abbandonati a se stessi.
Andando a fondo alla questione del calcio femminile, riteniamo che quello che è successo a Cosenza è figlio del grande paradosso creato dalla stessa FIGC.
In Italia, dalla A alla C pochissimi Club hanno prime squadre femminili, le normative federali impongo solo il settore giovanile. Solo 40 sui 100 Club professionistici hanno una prima squadra femminile! Numeri disastrosi! Tra serie A e B solo 16 Club hanno una prima squadra femminile. Tutto il resto è grazie ad associazioni sportive dilettantistiche.
L’Italia è fanalino di coda per la prima divisione femminile, solo 10 squadre, mentre tutte le maggiori federazioni europee registrano numeri maggiori, con riforme in corso che garantiscono aiuti economici e incentivi.
In definitiva, ci sono molti più settori giovanili femminili che prime squadre. Dove finiscono le ragazze, esaurito il percorso giovanile?
Sembra chiaro che va rivista drasticamente la normativa, se si vuole realmente sostenere il calcio femminile.
Invitiamo il Cosenza, dunque, a valutare la nostra proposta per ottimizzare l’asset societario e favorire la valorizzazione del calcio femminile e dei settori giovanili.

Direttivo Cosenza Nel Cuore